Invito

Nelle giornata di:

Sabato 21 Maggio 2005 - Ore 16,00/ 19.30  nel centro polivalente di Bordighera ex chiesa anglicana

si terrà una giornata d'incontro riservata agli enti scolastici e sociali sulla comunicazione.

Coordinatrice: Paola Manzoni - Segreteria e Marketing.

Oratori: Davide Oscar Andreoni - Presidente.

Gigi Molonaro - Socio Onorario e Fondatore del Festival la Poesia e Commedia Intemelia.

Sandro Brezzo - Psicologo del lavoro.

Franco Traverso - Medico Chirurgo specialista in neurologia.

La partecipazione è a titolo gratuito


Giornata d'incontro:

"La Comunicazione e la Scuola.

La Comunicazione e gli Enti Sociali."

Bordighera: Sabato 21 Maggio 2005 - Ore 16,00/ 19.30

Discorso sulla comunicazione

Ogni comunicazione è un'azione ed ha una conseguenza per noi e per gli altri.

Chi riesce a servirsi in maniera efficace della comunicazione attraverso il coinvolgimento attivo, la buona circolazione delle informazioni, e l'integrazione delle forze disponibili ha più probabilità di successo nella vita.

I messaggi insiti della comunicazione possono essere intenzionali ma anche non intenzionali

di conseguenza la validità della propria comunicazione la troviamo nella risposta che otteniamo. Le responsabilità fondamentali nel processo comunicativo sono quelle di ottenere la comunicazione in tutte le direzioni, e riuscire a canalizzarla verso gli obiettivi voluti.

Quel che facciamo nel corso dell' esistenza è determinato dal nostro modo di comunicare. Nel nostro mondo, la qualità della vita è tutt'uno con la qualità delle comunicazioni:

da quel che pensiamo e diciamo di noi stessi, dal nostro modo di muoverci e di servirci

del nostro corpo dipenderà fino a che punto saremo in grado di servirci di quel che sappiamo, di ciò che giorno dopo giorno impariamo ed immagazziniamo nella nostra memoria.

Per orientare al meglio la nostra mente è indispensabile seguire una serie di passi:

conoscere e programmare l'obiettivo che si vuole ottenere, cioè definire esattamente ciò che si vuole; agire, compiendo quelle azioni che hanno la più alta probabilità di produrre l'obiettivo desiderato; riconoscere se i risultati raggiunti ci allontanano o ci avvicinano all'obiettivo e, se necessario, cambiare il proprio comportamento finché non si ottiene ciò che si vuole.

In altre parole bisogna essere imprenditori della propria comunicazione.

Tutti noi produciamo due forme di comunicazione:

interna generata dalla nostra immaginazione, dai nostri sentimenti, stati d'animo esterna attraverso parole, tonalità della voce, espressioni del viso, azioni fisiche.

Fino a che punto chi mi ascolta e in grado di comprendere ciò che effettivamente io gli ho trasmesso o gli volevo trasmettere.

L'abilità' di un comunicatore sta nel riuscire a trasmettere il messaggio in base alle possibilità di comprensione, interpretazione, e la memoria che ha l'interlocutore.


Anche se chi ascolta riesce a capire il messaggio, perché già presente nell'archivio della sua memoria, non si può dare per scontato che al messaggio ricevuto gli dia lo stesso significato che voleva dargli chi lo ha trasmesso.

Il messaggio non potrà mai essere oggettivo poiché la mente del ricevente è influenzata dalla memoria dalla personalità e dalla motivazione.

Perciò dal livello di padronanza della comunicazione col mondo esterno dipendono le relazioni positive ed efficaci che instauriamo con gli altri. Relazioni affettive personali sociali.

L'importante rammentare sempre che:La comunicazione avviene solo se si prende in considerazione l'interazione tra due o più soggetti; ogni qual volta questo viene meno cancello una parte di comunicazione.

Ancor più importante è il livello di soddisfazione, di felicità, di "successo che si prova nella vita attraverso il modo di comunicare con noi stessi.

Come ci sentiamo, non deriva da ciò che ci accade nella vita, ma dal nostro modo di interpretare

gli eventi, da quello che ci diciamo o ci chiediamo, come per esempio: "Non ci riuscirò mai" al posto di "Posso provarci"; "Perchè nessuno mi ama?" invece di "Come posso farmi amare". ecc

In altre parole quello che si dice comunemente: " Pensare in positivo".

Ho voluto farvi questa breve illustrazione sulla comunicazione anche se molti di voi ne erano a conoscenza per poter affermare che i canali attraverso i quali un comunicatore invia informazioni al proprio interlocutore sono il canale Verbale, il Paraverbale ed il corporeo.

Verbale è tutto ciò che può essere "scritto", "dattiloscritto".

Paraverbale è quanto può essere prodotto e/o variato con l'apparato fonatorio (tono, timbro, ritmo, volume della voce).

Corporeo è quanto può essere prodotto e/o variato con i movimenti del corpo.

In proposito il Signor Paolo Cucciol vi parlerà dell'autocontrollo e consapevolezza.

Detto ciò, se non vi sono domande, la suddetta affermazione mi permette di entrare nel vivo di questa giornata sulla comunicazione indetta dall'Accademia .

Considerato che l'Accademia si occupa prevalentemente della comunicazione paraverbale e corporea, conoscendo molto bene le problematiche comunicative che esistono nell'ambito scolastico e sociale, ha voluto indire questo seminario per darvi modo di valutare l'effettiva validità dei suoi corsi di formazione .

Quanti di Voi riescono a farsi ascoltare dai propri alunni, dai propri allievi?

Come riuscite a farvi seguire rendendo il vostro parlare interessante, coinvolgente? Nelle spiegazioni quotidiane c'è qualcuno che si annoia?

Voi siete i loro educatori. Voi avete le competenze. Riuscite a motivarli?

Quanti di voi hanno perso la pazienza e a volte anche la voce nel riprendere qualcuno? E, quanti di voi hanno avuto dei problemi alle corde vocali?

Come salvaguardate la vostra salute?

Gradirei che le domande appena sottoposte siano, come lo sono, solo ed esclusivamente domande dalle quali non si esige alcuna risposta.

Sono formulate solo per far riflettere sulla tipologia comunicativa che ognuno possiede. Lungi da me il criticare o dubitare dell'operato di chi che sia.

Le difficoltà nell'articolazione della parola dei portatori di handicap? Da dove scaturiscono? L'anziano perché molte volte si lascia andare?


E i discenti?

Come si pongono gli allievi nella comunicazione? Riescono a controllare la loro emotività?

Riescono a leggere ad alta voce? A rendere una lettura piacevole?

Ad imparare una poesia a memoria?

Scrivono ancora la radio come scrivevo io da piccolo " L, apostrofo arradio"? derivazione dal dialetto calabrese.

Dicono ancora " a me mi piace " dal dialetto milanese.

Le inflessioni dialettali! Cosa c'è di più bello del proprio dialetto?

Una lingua nella quale vi è racchiusa tutta la storia del luogo, dei suoi abitanti.

E cosa c'è di più bello del nostro italiano! All'inizio non era altro che il dialetto toscano.

Gradirei per un attimo ritornare in dietro nel tempo a quando siamo nati.

Noi non ricordiamo niente , ma posso assicurarvi che il primo sculaccione lo abbiamo preso proprio allora.

Ci hanno preso per le caviglie, a testa in giù e splash. Un fior di sculacciata sul didietro. E stato a fin di bene perché siamo entrati nella vita con un bel vagito.

Forse non ci avete mai pensato, ma proprio in quel momento abbiamo messo in moto il nostro apparato fonatorio.

Quello che usiamo per la comunicazione paraverbale.

Pianti strilli rutti ci hanno portato alla nostra prima parolina, alla scoperta del suono, alla scoperta della musica del canto dei rumori ecc., e poi, se non abbiamo avuto problemi il nostro apparato fonatorio si è modificato fisiologicamente nel tempo e abbiamo rotto i timpani a tutte le persone che ci stavano accanto. In caso contrario, siamo stati portati dagli specialisti per curare la balbuzie la R o la S moscia o tatti altri piccoli difetti del parlare.

Perciò, possiamo affermare che il nostro apparato fonatorio, questo stupendo strumento musicale che madre natura ci ha donato, funziona. Si! Parli bene, parli male, non importa. L'importante che quando parli gli altri ti capiscano o forse .... credono.

Il problema nasce e si complica quando si esce dalla fanciullezza e si entra nella pubertà. Quando inevitabilmente i sentimenti, gli stati d'animo crescono in noi. Allora ci sentiamo a disagio.

Ad un amico che ci fa una offesa rispondiamo male o non rispondiamo affatto.

Al primo innamoramento non abbiamo il coraggio di manifestarlo perché siamo timidi o introversi oppure lo manifestiamo male perché troppo estroversi.

L'esame della quinta elementare ci terrorizza o quasi.

La saliva come per incanto scompare e non riusciamo più a parlare. Il rossore pervade tutte le nostre guance.

L'agitazione invade tutto il nostro corpo, la nostra personalità, Una personalità in fase di formazione, di crescita, di sviluppo.

Una personalità che indispensabilmente per accrescersi necessita dell'utilizzo appieno

dell' apparato fonatorio.

Per concludere anche se il discorso dell'Accademia della Comunicazione Verbale è rivolto a tutte le fasce sociali,

scusandomi se mi sono dilungato, vi invito a riflettere sull'importanza della nostra comunicazione.

Come un atleta per raggiungere determinati obiettivi va in palestra per allenare i muscoli ecc, anche chi vuol ben comunicare deve allenare i muscoli connessi all'apparato fonatorio, diaframma, muscoli facciali, impostazione della voce ecc.

Da qui lo slogan dell'accademia. "Dai colore alla tua voce".

Come un pittore da colore al suo quadro, noi dobbiamo dar colore alla nostra voce. Grazie